20 Aprile

LAVORO

La Cassazione penale sulla responsabilità amministrativa degli enti stranieri per i reati 231 commessi in Italia

20/04/2020

Con la sentenza n. 11626 del 7 aprile 2020, la sesta sezione penale della Corte di cassazione si è pronunciata in merito alla possibilità di perseguire e condannare una società straniera ai sensi della normativa ex d.lgs. 231/2001 e per aver commesso, in Italia, un cd reato presupposto (nello specifico, atti di corruzione in favore della società). Nel caso di specie la società, che non aveva né sede legale né altra sede operativa in Italia, sosteneva di non poter essere perseguire ai sensi della normativa 231, invocando la carenza di giurisdizione italiana stante che, secondo la tesi della società perseguita, a una persona giuridica può essere mosso un rimprovero per "colpa di organizzazione" solo se i fatti contestati si siano consumati nel luogo in cui abbia sede il proprio "centro decisionale" (in tal caso, l’Olanda). La Cassazione penale, nel rigettare il ricorso della società, ha affermato che la persona giuridica straniera risponde dell’illecito amministrativo derivante da un reato presupposto, commesso dai propri rappresentanti e/o dipendenti in Italia, a prescindere dalla nazionalità e dal luogo ove la società abbia sede legale, nonché dall’esistenza o meno, nello Stato di appartenenza, di norme che disciplinino analoga materia.