04 Luglio

LAVORO

Il Governo approva il decreto dignità: stretta sui contratti a termine e aumento delle sanzioni per i licenziamenti in regime di tutele crescenti

04/07/2018

Nella seduta n. 8 del 2 luglio 2018 il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge cd “decreto dignità”, con il quale si introducono importanti novità sul fronte dei contratti a termine e  delle sanzioni economiche in caso di licenziamento illegittimo in regime di tutele crescenti. Con l’intento di limitare l’utilizzo di contratti di lavoro a tempo determinato il Governo ha ridotto, in via d’urgenza, il tempo totale dei contratti a termine da 36 a 24 mesi. Ma la novità di maggiore rilievo è senz’altro la reintroduzione delle cd causali giustificative del termine al contratto di lavoro, ossia l’obbligo per le aziende di motivare il ricorso a contratti a termine, che saranno pertanto legittimi solo a fronte di esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività del datore di lavoro, o per esigenze sostitutive, connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria, fatta eccezione per il primo contratto a termine che potrà avere una durata non superiore a 12 mesi, unico caso in cui non scatterà l’obbligo di indicare la causale giustificativa. Sono inoltre ridotte a 4 le proroghe ammesse e viene reintrodotta la regola della motivazione anche in caso di proroghe e rinnovi dei contratti, che potranno fondarsi solo su esigenze temporanee e limitate. Inoltre, si prevede l’aumento dello 0,5% del contributo addizionale, attualmente già pari all’1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali, a carico del datore di lavoro, in caso di rinnovo del contratto a tempo determinato, anche in somministrazione. Rispetto alle sanzioni in caso di licenziamento illegittimo in regime di tutele crescenti il decreto in commento alza la soglia del risarcimento sia rispetto al minimo (da 4 a 6 mensilità) sia rispetto al massimo (da 24 a 36 mesi) economico.