25 Novembre

LAVORO

Il licenziamento dopo una colluttazione non è sempre legittimo

25/11/2019

Con sentenza n. 29090/2019, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sulla legittimità di un licenziamento intimato a un dipendente coinvolto in una colluttazione con un altro collega. Nel caso di specie, un dipendente-responsabile veniva aggredito da un proprio sottoposto e reagendo causava al primo aggressore lesioni personali rilevanti.  Tale notizia aveva avuto eco anche sulla stampa locale. La Cassazione, confermando la pronuncia emessa dalla Corte di Appello di L’Aquila, ha ritenuto che l’alterco tra i dipendenti doveva essere qualificato come mero diverbio litigioso, punito dal CCNL con la sanzione conservativa, e non come rissa, sanzionata invece con il licenziamento per giusta causa. La Cassazione, confermando il proprio orientamento, ha ribadito che non è sempre legittimo e proporzionato il licenziamento di un dipendente che si trova coinvolto in una colluttazione con altri colleghi, dovendosi analizzare tutte le circostanze del caso concreto, tra cui il fatto di non aver dato origine all’alterco ma di aver reagito a una aggressione, fermo restando che, di contro, altri elementi possono invece fondare la legittimità del licenziamento, come ad esempio una reazione spropositata da parte del soggetto aggredito e il ruolo di vertice ricoperto da questi, che mal si conciliano con il ruolo di garanzia ricoperto nell’azienda.